Tuesday, January 12, 2010

Io pranzo da sola


Trovo la pausa pranzo una bellissima istituzione, un po’ perché adoro mangiare e la mattinata vola nel count down per l’una, un po’ perché permette di distrarsi e legare con i colleghi, di fare un po’ di sano gossip e taglia e cuci (in Toscana si dice “cappottini” ma perché siamo piú sartoriali…), almeno che non venga usata per lamentarsi di certe dinamiche aziendali.
Una volta alla settimana mi ritaglio un pranzo da sola e lo trovo un piacevolissimo modo per staccare, svuotare la testa da tante parole, rilassarmi e provare posti nuovi. In qualunque cittá sia trovo sempre un café dove mangiare da sola senza dover placare l’imbarazzo armeggiando nervosamente con il cellulare o leggendo qualsiasi cosa capiti sotto mano, dal volantino con i tassi di prestito agevolati a un qualche inserto di giornale vecchio di settimane.
Sono a Francoforte da qualche mese per lavoro e dato che questa esperienza si sta rilevando mooooooooolto piú impegnativa di quanto immaginassi, trovare occasioni di relax è fondamentale (pian piano capirete – ahivoi - che tendo ad essere un tantino nervosa e stressata sul lavoro). Oggi ho deciso di scoprire un posto nuovo e sono andata alla Kleinmarkethalle (pessima abitudine questa dei tedeschi di appiccicare tutte le parole in un’unica illeggibile combinazione di 500 lettere) un piacevolissimo mercatino al chiuso (visto che ci sono -10 gradi) con prodotti di ogni parte del mondo. Fra tante delizie ho optato per un ottimo sushi (preferisco nn chiedermi come faccia ad essere cosí gustoso e fresco il pesce in una cittá lontana anni luce dal mare). Ecco devo dire che sedersi al bancone con un te’verde fumante, una barchetta di ottimo sushi misto e un po’ di sano rumore di fondo, tipico dei mercati, vivace ma non insistente, è stato davvero un ottimo momento di svago. E’ sano e non fa ingrassare poi… non ha prezzo. Arigato gosai mas

Monday, January 11, 2010

Presentiamoci...


Prima che venga frainteso con tono denigratiorio, faccio subito una premessa in merito al nome di questo blog. Prende ispirazione dalla canzone “Common People” dei Pulp, album “A different class” un vero inno alla working class, il cui ascolto (e lettura del testo) consiglio vivamente a chi non l’avesse mai ascoltato (e anche a chi pur avendolo ascoltato non l’avesse trovata una delle canzoni migliori di sempre).
Questo blog insomma è dedicato a tutte le persone “normali” o “comuni”, a tutte le persone che come me non sono le migliori in cucina, non hanno misure modello, non fanno il lavoro più invidiabile, non fanno viaggi più di una volta l’anno... Sono una serial blogger, ho iniziato con i food blog e sono pian piano diventata addicted di tutti i tipi di diari telematici, ogni giorno leggo nuove ricette, prendo nuovi consigli moda o leggo l’ultima recenzione di un viaggio da sogno in posri dove non andrò mai... sogno certo ma difficilmente sperimento poi qualcosa di quello che leggo. Perchè dopo aver fatto gli straordinari in ufficio, essere rimasta bloccata nel traffico e con la casa in scenario post atomico onestamente non trovo tutta questa voglia di spadellare in cucina, provare a farmi le onde con il ferro o leggere un libro di cui poi non riesco a mantenere la trama. Però so che mi basta sedermi sul divano con un discreto bicchiere di vino, ascoltare I’d rather dance with you dei Kigns of Convenience, mangiare una fetta di pane tostato con olio e sale e una strofinata d’aglio o leggere la terza pagina del Corriere per ritrovarme il buon umore e fare la pace con me stessa.
Insomma questo blog sarà farcito di piccole cose, piccoli momenti di vita quotidiana, pensieri e osservazioni (non mi piace dare consigli). Insomma di chiunque voglia vivere like a common people like me...





Ovviamente non sono neanche una brava fotografa, però questa mi piace e anche questa 500 (?? non sono brava neanche con le macchine...) mi sembra un po’ una common people :)